Per cosa vuoi essere ricordato?
Tutti gli esseri umani, nella propria vita, hanno pensato almeno una volta al ricordo che potranno lasciare di sé una volta abbandonata la vita terrena.
Il nostro passaggio, la nostra esistenza è una certezza del fatto che siamo destinati a lasciare un segno sulla Terra, nel nostro piccolo, a prescindere da ciò che si fa.
Potremmo fare un esempio molto più in grande citando grandi menti e grandi personaggi della storia e non solo: Alighieri, Picasso, Brunelleschi, Da Vinci, ecc. Si tratta di persone che hanno segnato la storia in modi differenti. Hanno lasciato un segno concreto ed è ciò che ci consente di ricordarli oggi.
Ma non è necessario essere un personaggio globalmente conosciuto: tutti, nel proprio piccolo, lasciano il proprio marchio, a prescindere da ciò che fanno.
Anche tra uno o più secoli, ad esempio il libro da me scritto, “Ipnosi e Regressione: False credenze e nascoste verità” racchiuderà comunque le mie competenze, le mie abilità, le esperienze del mio percorso. Chiunque lo leggerà si costruirà un’idea. Rievocherà il ricordo della mia persona e del ruolo chiave che l’ipnosi regressiva alle vite precedenti ha avuto sulla mia vita, sia personale, sia lavorativa.
Lasciare un ricordo aiutando
Nel mio percorso accademico, ho avuto la possibilità di confrontarmi con un tomo del filosofo ed economista scozzese Adam Smith, “La ricchezza delle nazioni”. In questo libro è spiegata una teoria che, secondo me, racchiude molto bene il concetto di farsi ricordare aiutando.
Secondo la teoria della mano invisibile citata in tale trattato, chi tende ad aiutare se stesso, inevitabilmente, finisce anche per aiutare il prossimo.
Prendiamo l’esempio di Steve Jobs. Nonostante l’intenzione di Steve Jobs fosse di creare un prodotto che avesse delle prestazioni di un certo tipo per proprio interesse personale, ha comunque creato uno strumento diventato indispensabile oggi per milioni e milioni di consumatori.
Potremmo fare lo stesso esempio analizzando chi ha inventato il cambio automatico o ha scoperto una nuova terapia medica per trattare una specifica malattia: nell’aiutare se stessi, si finisce per aiutare anche il prossimo.
Tutti, in fondo, desideriamo essere ricordati. Vuoi essere ricordato per aver fatto qualcosa di importante, seppur nel tuo piccolo? O vuoi essere ricordato solo dai tuoi parenti più vicini, per poi sparire nell’oblio senza aver realmente fatto qualcosa di degno di nota?
Non occorre essere il prossimo Steve Jobs della storia per essere ricordato
Finora abbiamo fatto esempi di personaggi di grosso spessore, che hanno lasciato un segno talmente indelebile da aver cambiato letteralmente il corso della storia.
Ma è veramente necessario puntare così in alto?
L’ambizione e la voglia di raggiungere obiettivi grandi durante la propria esistenza è indubbiamente ammirevole, ma serve davvero raggiungerli per cambiare la vita a qualcuno?
Quando penso al libro da me scritto, penso al fatto che, tra le migliaia di lettori che hanno dedicato del tempo per scoprirlo, avrò comunque cambiato la vita di qualcuno. Quando penso alle sedute di ipnosi regressiva alle vite precedenti che ho condotto su migliaia di persone, aiutandole a lasciare andare antichi disagi, penso al fatto che, a prescindere da quante persone si sono affidate alle mie competenze, ho comunque cambiato la vita di qualcuno.
Non serve essere riconosciuti come la prima persona che ha scoperto la penicillina, o qualunque altro farmaco salvavita al quale si appoggia oggi la medicina.
È possibile lasciare un ricordo di sé anche su una scala più piccola, tra persone che hanno ascoltato, apprezzato e compreso le tue azioni durante la vita terrena. Il contatto, diretto o indiretto con queste persone, finirà per alimentare inevitabilmente la fiamma viva del tuo ricordo.
Ma tieni sempre a mente che la fiamma raramente si accende da sola. Chi deve dare la prima scintilla sei sempre e solamente tu.