La pretesa che tutto sia dovuto
Uno dei problemi associati, in generale, alle professioni olistiche, è la concezione secondo cui se la prestazione offerta non è gratis non è un aiuto. Sembra che in questo ambito non debbano essere valorizzate e retribuite completamente o correttamente le prestazioni professionali.
Una delle tesi a supporto di questo “modo di pensare” è che, dal momento che le professioni olistiche sono professioni volte a far riemergere naturalmente il benessere dell’individuo, si tratta di un aiuto e che, in quanto tale, dovrebbe essere gratuito.
Quando si comprende l’importanza di queste pratiche e della professionalità messa a disposizione dell’individuo, che si tratti di ipnosi o di altre pratiche di natura olistica, risulta semplice comprendere anche perché debba essere correttamente remunerata.
Tuttavia, questo concetto spesso e volentieri sfugge per uno e un solo problema: la pretesa.
Quando facciamo riferimento all’ipnosi regressiva alle vite precedenti, se esercitata in maniera professionale, non facciamo riferimento a un’attività di volontariato senza scopo di lucro.
Con questa affermazione non intendo dire che non si possono utilizzare le proprie competenze e capacità a titolo gratuito.
Trattandosi, però, di una libera professione, di un vero e proprio lavoro, aspettarsi o chiedere una prestazione gratuita o ad offerta libera di pochi euro, solo perché non la si ritiene una professione valida, è profondamente irrispettoso.
Il lavoro va sempre retribuito
Usciamo per un momento dal contesto delle professioni olistiche e mettiamoci nei panni, ad esempio, di un idraulico.
Chi avrebbe mai l’aspettativa che un idraulico possa aiutarci a risolvere il problema di una perdita d’acqua gratuitamente?
Analogamente, sulla base di cosa si dovrebbe fondare la pretesa che un avvocato debba aiutarci ad affrontare un procedimento legale e, nel far questo, debba dedicarci tempo e professionalità nel rappresentarci gratuitamente o in cambio di una modica e indefinita offerta?
Infine, a prescindere da quale sia la tua professione, accetteresti mai di lavorare per qualcuno senza un compenso?
Il lavoro, sotto molti aspetti, è ciò che definisce e scandisce i ritmi della nostra vita. È ciò che, se fatto con amore, ci dà anche gratificazione e la forza di continuare.
Ti piacerebbe vedere ciò che fai con così tanta dedizione screditato da qualcuno, solo perché non è ritenuto un “vero lavoro”?
Tu, come tutte le figure che abbiamo discusso sopra, me compreso, avrai dedicato anni di esperienza e di fatica e avrai investito impegno, studio, tempo a raggiungere l’obiettivo che ti sei guadagnato.
Non ritengo corretto che una persona invalidi ciò di cui tu hai avuto esperienza, solo perché ha una visione differente dalla tua in merito.
Ciò vale soprattutto se si tratta di qualcosa che dà riscontri pratici, reali, durevoli, nella vita di tutti i giorni.
Aiutare il prossimo grazie al proprio lavoro
Il cuore dell’affermazione di chi ha tali pretese è esattamente questo: se non è gratis, non è realmente un aiuto etico e professionale.
La verità è ben altra.
Non è etico né professionale definirsi tali senza alcun titolo abilitativo legale e/o fiscale a farlo.
Non è nemmeno corretto definirsi professionisti solo perchè si fa qualcosa occasionalmente.
Alla stessa maniera di etico ha poco l’incassare giornalmente del denaro in cambio di una prestazione erogata, ancorché definito come offerta, ma omettere di registrarlo e dichiararlo nelle proprie entrate reddituali!
Per capire meglio questo concetto poniamo l’esempio di un medico, che ci viene in grande aiuto.
Il medico ha il dovere professionale di aiutare il paziente, che sta vivendo una condizione di dolore, sofferenza, disagio, dovuta a patologie o traumi appena subiti.
Ciononostante, percepisce dei compensi per le sue prestazioni. Parimenti la persona, in caso di bisogno di una visita specialistica, ha la possibilità di scegliere.
Scegliere se rivolgersi al medico di famiglia, al medico specialista attraverso il S.S.N. o scegliere un professionista che esercita la libera professione e pagare il tariffario richiesto, che può variare da professionista a professionista a suo insindacabile giudizio.
Oggi ogni professionista ha infatti un suo tariffario, a cui la persona ha la libertà di aderire in cambio della prestazione.
In caso contrario ci si potrà sempre rivolgere altrove.
La professionalità dell’ipnosi regressiva
La posizione dell’ipnotista è simile, se non analoga.
L’ipnotista, grazie alle sedute di ipnosi regressiva alle vite precedenti, è in grado di aiutare l’individuo, mettendolo in contatto con il proprio sé più profondo.
L’ipnosi riesce a sciogliere spontaneamente antichi blocchi e/o disagi, mentre si ripercorrono momenti di una vita passata.
Proprio per la natura dell’intervento che l’ipnotista fa nella vita della persona, la guida a superare difficoltà o momenti particolarmente spinosi della propria esistenza.
Erogare gratuitamente una prestazione non aiuta di fatto le due parti in causa, portando disequilibrio nella legge universale del dare/avere.
Il professionista, infatti, si troverà in una situazione in cui presto o tardi dovrà necessariamente ricevere ciò che non ha ricevuto in cambio della sua prestazione.
Non meno grave è la situazione in cui si troverà la persona che riceverebbe la prestazione gratis: dover dare senza nulla ricevere.
Come risolvere la mancanza di denaro
Altrettanto importante, per esperienza personale e professionale vissuta, è considerare se, come spesso accade, chi ha la pretesa che le venga offerta della professionalità gratuitamente, lo fa vivendo in una situazione di disagio per la mancanza di denaro sufficiente nella propria vita.
Il piangersi addosso per ricevere aiuto gratuito:
- Rafforzerà ancora di più la propria vibrazione e percezione di mancanza o scarsità.
- Porterà a non dare inconsciamente il giusto e congruo valore né all’esperienza che si andrà a vivere, né ai risultati ottenuti ad esempio da una seduta di ipnosi regressiva alle vite precedenti.
- Facilmente ci si potrebbe trovare in un circolo vizioso di dipendenza o di sensi di colpa derivanti dal ricevere gratuitamente.
In ultima analisi, bisogna sempre essere consapevoli di quanto valore e che priorità diamo al nostro benessere.
Ciò che siamo disposti a spendere al fine di ottenerlo è il valore che diamo al nostro benessere.
Se pretendi che una prestazione volta a migliorarti la vita sia gratuita, quanto realmente ci tieni?
Se ritieni che il pagamento di una bolletta sia più importante nell’immediato rispetto al liberarti dai tuoi disagi definitivamente per poter vivere una vita migliore, di cosa ti lamenti?
Concludo con due consigli gratuiti dedicati a chi sente la mancanza o scarsità di denaro nella propria vita:
- Guarda questo cortometraggio di una testimonianza di chi aveva problemi col denaro e come li ha risolti in maniera rapida e pratica.
- Cambia il tuo paradigma. Non è il tuo essere conseguenza del tuo avere come la mente ti induce a pensare, bensì il tuo avere conseguente al tuo essere. Finché dunque non sei tu una persona libera da blocchi, disagi, limiti mentali e condizionamenti di qualunque genere, nulla cambierà nel tuo avere.
In fondo credo che ti sia capitato nella vita di vivere situazioni in cui hai sperimentato che, nonostante gli sforzi per fare o avere di più, nulla è cambiato nel tuo essere, nella tua situazione.